giovedì 2 ottobre 2014

MACHIGLIELAFAPIU'?


Al tempo del pensiero unico, dove non vi sono grandi possibilità di infiltrare un ragionamento, possiamo anche scoprire che un ente in liquidazione dal governo (CNEL) pur di gufare ci venga a raccontare che, dati alla mano, malgrado l'art. 18 licenziare un lavoratore a tempo indeterminato in Italia è più facile che in Germania (tanto per fare un esempio). 

Possiamo anche scoprire (o meglio possiamo incazzarci per la presa per il culo) che per quanto riguarda il lavoro precario, la deregulation normativa  avvenuta in Italia negli ultimi 20 anni ha comportato una liberalizzazione del mercato del lavoro che non ha eguali nel mondo occidentale e in Europa siamo ultimi solo poco prima (sigh!!) della Grecia.
Rimedia subito Tronchetti Provera per tutti: "Sbagliato creare dei Totem. Sull'art. 18 sostegno a Renzi".
E meno male che c'è Tronchetta che almeno ci da la magra consolazione di indicargli dove se lo può mettere il suo bel Totem senza Tabù!!



giovedì 11 settembre 2014

#UfoGufo - Italia al passo con le Ferrovie dello Stato!!



Competitività, Barroso: L'Italia in ritardo su tutti gli indicatori

Ci voleva Barroso per farci capire che le cose in Italia non vanno poi così bene. 

E ancora ci voleva Barroso per mettere sul tavolo degli imputati l'organizzazione dello Stato ed assolvere i cittadini italiani. Ma siamo sicuri che questi ultimi siano davvero esenti da colpe?

#BarrosostaiQuieto





mercoledì 10 settembre 2014

#UfoGufo e il PIL

"La vendita di droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette valgono per l’economia italiana 15,5 miliardi di euro. E, sommando anche il “nero”, la cifra supera i 200 miliardi, pari al 12,4% del Pil. Ecco il primo risultato della tanto attesa revisione del Prodotto interno lordo sulla base del nuovo sistema di contabilità pubblica Esa 2010, che entra in vigore in queste settimane in tutta EuropaL’Istat ha cominciato a ricalcolare i dati a partire dal 2011, mentre quelli sul 2013,attesi dal governo Renzi per mettere a punto la revisione del Documento di economia e finanza, arriveranno il 22 settembre. Le prime indicazioni, comunque, confermano e addirittura battono le aspettative: il “nuovo” Pil 2011 è di 1.638,9 miliardi, 59 in più rispetto al livello precedente. L’incremento è dunque del 3,7%, superiore rispetto alle attese, che davano il prodotto in aumento (ma la stima è sul 2013) di una percentuale compresa tra l’1 e il 2% per effetto della revisione. Buone notizie anche sul fronte dei conti pubblici, perché l’aumento del Pil fa automaticamente calare i parametri rilevanti ai fini del rispetto del Patto di stabilità." (da Il fatto Quotidiano - ma ci pensate se iniziassimo a pensare a qualche liberalizzane l'effetto che fa?)
Renzi nello show serale di ieri da Vespa (nella migliore tradizione Berlusconiana) ad un certo punto ha detto (bonariamente) che vuole mettere a letto gli italiani. Noi che dormiamo poco (malignosamente) gli rispondiamo che se continuerà a prenderli per il culo come sta facendo avrà dato un serio contributo a drizzare il PIL degli italiani.
#UfoGufo

venerdì 22 agosto 2014

L'EQUITA' DE NOALTRI

centro_destra_sinistra_altredirezioniIl senso di equità dei giorni nostri: parlamentari condannati in maniera definitiva (vedi Berlusconi e dell'Utri) che continuano a prendere fior di soldini pubblici di vitalizio per i loro "servigi" allo stato. Servigi importanti visto che l'ex cav. prende 8000 euro al mese e l'ex uomo onorevole 4400 contro gli 80 euri redistribuiti in tasse per i lavoratori con stipendi da fame (e che devono star contenti di averlo uno stipendi).
Quando la sinistra abdica ai suoi principi fondativi e diventa un'altra roba. 

martedì 19 agosto 2014

#BanfiAllenatoreSubito


Un tempo ci si indignava, oggi al massimo ti puoi permettere di farti girare i cojoni morigeratamente ed in maniera un po isolata, intima ecco. Perchè i cojoni te li puoi far girare ma non li devi rompere agli altri che stanno belli felici in vacanza.

Ebbene a me girano. E molto. Un certo Antonio Conte qualunque firma un contratto da 8,2 milioni di euro in due anni per fare, sentite sentite, il SELEZIONATORE della nazionale di calcio italiana. Fuori da ogni grazia di Dio. Fermo che un club privato faccia e spenda come meglio crede (malgrado l'indecenza del calcio italiano su cui molto ci sarebbe da discutere), una federazione pubblica come la FIGC si permette di spendere soldi pubblici in questa maniera, quando non versa un euro per la promozione dello sport giovanile in questo paese, dove i ragazzini devono pagarsi (in questi tempi di vacche grasse) i campi (ove esistono) per giocare attraverso le famigerate scuole di calcio. Schifoso sotto tutti i punti di vista. 
Ma i cojoni mi girano perchè non c'è una voce, pur piccola pur sfigata pur insignificante voce che abbia espresso, non dico un'obiezione, ma almeno un ragionamento dubbioso. Nemmeno quel matto di Grillo (e molte le sbaglia ma almeno ci prova) che resta  la sola voce altra rispetto al renzusconi. 
Un tempo ci si indignava di fronte a schifezze del genere. E lo si faceva capire.  


giovedì 7 agosto 2014

SCHETTINO vs RENZI

In una Italia dove ci si scandalizza di tutto e non ci si sorprende di nulla. 
Il mitico comandante Schettino impartisce una lezioni alla nostra futura classe dirigente (sic!) sulla gestione del panico chiamato ovviamente come esperto dall'Università di Roma. La morale del suo intervento è molto semplice quanto lapidaria: quando la barca affonda è meglio darsela a gambe!! 
Il mondo accedemico sembra però si sia diviso sull'impostazione del ragionamento che solo in serata è stato definitivamente smontato dal primi ministro Renzi: quando la nave affonda bisogna avere coraggio, essere ottimisti e soprattutto sparare balle! E il miracolo italiano è fatto. 
In assenza ed in attesa del calcio ci si appassiona delle mirabolanti riforme o agli incontri inciuciosi o magari delle lezioni di gufologia medioevale offerte gratuitamente dal premier Renzi sulle nostre frequenze televisive. E chi se ne frega se il PIL scende, se siamo in recessione nera, se la nostra economia arranca, se la situazione del nostro paese sprofonda sempre di più, se non possiamo più permetterci nemmeno un ombrellone sotto cui sparare le nostre stronzate: il punto da cui partire è che Renzi non si sente bocciato e nemmeno Schettino. 

martedì 5 agosto 2014

LA RIVINTITA DEGLI INCITATUS

Quando si parla di scherzetti della storia :). 
Due millenni fa regnò nel magnifico Impero Romano l'Imperator Gaius Caesar conosciuto ai più come Caligola. Il suo breve impero fu caratterizzato da ripetuti massacri degli oppositori, e da atti che tendevano a una continua umiliazione della classe senatoria. Caligola si comportava in modi assai strani che lo identificarono come "pazzo", e le fonti antiche videro in lui un esempio di "pazzia sanguinaria". Secondo una leggenda nominò senatore il proprio cavallo Incitatus, ma è evidente che con quella nomina voleva semplicemente sottolineare il proprio totale disprezzo per il Senato (leggasi a quei tempi condivisione delle linee di comando): infatti con una battuta dichiarò che avrebbe potuto nominare il proprio cavallo come senatore, essendo questo più capace dei senatori stessi. Avrebbe potuto è sottolineato perchè di fatto non lo fece. 
Ciò che non riuscì a Caligola sembra invece essere riuscito finalmente all'accoppiata  Renzi-Berlusconi: nominare i propri cavalli al Senato e dotarli per giunta di Immunità sacrale
La rivincita degli Incitatus!

venerdì 1 agosto 2014

HANNO UCCISO L'UOMO RAGNO

Quando chiude un giornale chiude un'idea. E in un momento in cui di idee ce ne sono veramente pochine in circolazione , non è una buona notizia. Per nessuno. 
Quando chiude poi un giornale con una storia novantenne di lotte, di battaglie politiche, di posizoni libere seppur partigiane la notizia fa ancora più male.
Anche questo sarà un segnale del nuovo corso PD? A forza di rottamar balle si sta arrivando lentamente al pensiero unico. #NormalizzareL'Unità? 

giovedì 31 luglio 2014

Kami no kodomo-tachi wa mina odoru

 Se avete voglia di riflettere un po e non solo di bervi le notizie di regine leggetevi questo articoletto 
http://mic.com/articles/92449/here-s-the-lawless-hellscape-colorado-has-become-six-months-after-legalizing-weed

Si parla di Colorado in USA e della sperimentazione a distanza di 6 mesi dell'introduzione della legalizzazione della marijuana in quello Stato. Al di la di ogni tipo di valutazione, si potrebbe magari scoprire per esempio che sono stati alti i ricavi per l'erario derivanti dalla vendita della marijuana (tutti soldi che non solo servono a qualsiasi stato ma che soprattutto vengono sottratti alle organizzazioni malavitose e criminali) oppure che gli arresti correlati alla marijuana - che corrispondono quasi al 50% dei crimini per droga negli USA - sono crollati consentendo da una parte una più corretta ed efficace politica penitenziaria dall'altra un concentrarsi delle attività delle forze dell'ordine su altre e più pericolose attività criminali per un innalzamento dei livelli di sicurezza e difesa per i cittadini. 

Per chi non si arrende facilmente al pensiero unico della stampa di regime del Giovanardum. 

martedì 29 luglio 2014

MEDIOEVO GO BACK


​Anche il New York Times abbraccia la causa della legalizzazione della marijuana. In un editoriale pubblicato ieri, il quotidiano ne paragona il divieto all'epoca buia del Proibizionismo. «Ci sono voluti 13 anni prima che gli Usa capissero gli errori e ponessero fine al proibizionismo, 13 anni in cui la gente ha continuato a bere, onesti cittadini sono diventati criminali e le organizzazioni criminali hanno prosperato», scrive il Nyt. «Sono passati 40 anni da quando il Congresso ha approvato il bando sulla marijuana, con gravi danni alla società, solo per proibire una sostanza che è meno dannosa dell'alcol. Il governo federale dovrebbe abrogare quel bando». Precisando di essere arrivato all'editoriale dopo un lungo dibattito, il giornale sostiene che i costi della cannabis per la società sono «immensi». Secondo il quotidiano, la penalizzazione porta a un «risultato razzista colpendo in modo sproporzionato i giovani di colore, rovinando la loro vita e portando a una nuova generazione di criminali». 
E in Italia? Giavanardum ......


venerdì 25 luglio 2014

LA PIU' BELLA DEL MONDO



Quando tempo è passato da quando in molti applaudivano fieri la nostra Costituzione definita la più bella del mondo?
Ad occhio e croce meno di due anni.
Oggi gli stessi, quasi tutti, sono li in prima fila ad applaudire la riforma della Costituzionale in atto che d'improvviso è diventata la più brutta del mondo.
I padri costituenti ci misero 3 anni di discussione infinite per approvare quella Costituzione: altri tempi certo si dirà, ma imporre oggi la ghighiottina alla discussione parlamentare a misere 115 ore (pari a 5 giorni) per stravolgere la nostra Costutuzione non sarà ancor di più eccessivo? E dover ricordare Verdini e Berlusconi come padri costituenti del nuovo millennio davvero possiamo ritenerlo edificante per le generazioni future?


mercoledì 23 luglio 2014

PER CHI SUONA LA CAMPANA

lettera aperta di Aldo Giannuli al ministro Boschi



"Onorevole Ministro,
ho seguito lo scontro che Ella ha avuto in Parlamento con i senatori dei gruppiM5s e Sel, a proposito delle riforme istituzionali in corso d’opera. Ella ha comprensibilmente difeso il suo operato, negando che tali riforme costituiscano una svolta autoritaria caratterizzata da uno spirito illiberale. 
Al di fuori della polemica politica –in questo caso particolarmente accesa- vorrei sottoporLe pacatamente alcune considerazioni, a titolo puramente personale, come semplice cittadino e studioso della materia (come storico mi sono spesso occupato delle evoluzioni istituzionali del nostro paese, dal fascismo in poi). Naturalmente, non intendo attribuirLe alcun disegno autoritario e non metto in questione le intenzioni –sicuramente le migliori-, quanto piuttosto indicare alcune dinamiche oggettive che possano andare al di là delle intenzioni –sicuramente le migliori-. Non sarebbe la prima volta che da una norma costituzionale sbagliata seguano conseguenze gravi ed estranee alla volontà del legislatore: sicuramente i costituenti di Weimar che inserirono nel testo l’art. 148 sullo stato d’eccezione, non immaginavano l’uso che ne avrebbero fatto i nazisti solo 12 anni dopo. 
Entrando nel merito della questione, il rischio maggiore che io vedo in questa riforma è lo smantellamento delle misure a protezione della Costituzione volute dall’Assemblea Costituente: il sistema elettorale proporzionale (tacitamente sottinteso dal testo), il bicameralismo perfetto con la diversa base elettorale delle due Camere, l’integrazione del collegio elettorale per il Presidente della Repubblica con i rappresentanti regionali, l’istituzione di un giudice di legittimità costituzionale, le maggioranze richieste sia per l’elezione del Presidente quanto dei giudici della Consulta, nonché per il processo di revisione costituzionale costituivano un insieme organico di norme a tutela dei meccanismo di controllo e garanzia della Repubblica, in una raffinata architettura di pesi e contrappesi. E questo, per evitare il rischio di concentrare il potere nelle mani di un solo partito da cui sarebbe nato un regime.
Da circa venti anni è iniziato un processo di “mutamento costituzionale a rate” che ha finito per smantellare quell’accorta architettura a protezione della nostra norma fondamentale.
Di fatto, è con il passaggio dal proporzionale al maggioritario che è venuta meno la principale garanzia, vanificando il valore delle soglie stabilite dall’art. 138. Infatti, vorrei ricordare che nel ventennio appena trascorso è passato il costume, sconosciuto in passato, delle riforme Costituzionali unilaterali, decise dal solo partito di maggioranza. Vorrei ricordare che in nessun sistema basato su una legge elettorale maggioritaria, il processo di revisione costituzionale è totalmente affidato al Parlamento, ma si prevede l’intervento del Capo dello stato, o dell’equivalente della Consulta o del referendum popolare -spesso obbligatorio ed in qualche caso preventivo- nel processo di revisione. 
Tuttavia, sin qui, questo processo ha trovato qualche limite nel persistere della struttura bicamerale del nostro ordinamento: proprio la base elettorale regionale ha prodotto costantemente maggioranze di governo assai più risicate al Senato che alla Camera. D’altra parte, la composizione assai varia del collegio elettorale del Presidente (senatori a vita, delegati regionali, diversa composizione dei due rami del Parlamento) ed una persistente prassi costituzionale hanno contribuito a preservare una pur relativa terzietà del Presidente. E (salvo che per la presenza dei delegati regionali) le stesse cose potremmo dire per l’elezione dei giudici costituzionali.
Ora, la riforma in corso di discussione, travolge anche questi residui paletti, lasciando solo quello, tenuissimo, della prassi costituzionale. Con la riduzione del Senato a 95 membri, il Parlamento in seduta comune passa da 1008 membri (più gli ex Presidenti) a 725, per cui la maggioranza assoluta dei votanti scende da 505 a 363 voti. Considerando che l’Italicum prevede un premio elettorale di 354 seggi per il vincitore, si ricava che bastino solo 9 senatori per assicurare al partito di governo il potere di eleggere da solo tanto il Presidente della Repubblica quanto i giudici costituzionali. Il Capo dello Stato, a sua volta, ha il potere di nominare altri 5 giudici che garantirebbero una maggioranza precostituita nella Corte di giudici di ispirazione governativa Con la stessa maggioranza potrebbe essere messo in stato d’accusa il Presidente che, quindi, dal momento dell’elezione al suo possibile deferimento all’Alta Corte, si troverebbe a dipendere totalmente dalla volontà del partito di maggioranza e, dunque, perdere gran parte della sua terzietà. La stessa nomina dei senatori non più a vita, ma per sette anni (esattamente la durata del mandato presidenziale) li configurerebbe come una sorta di “gruppo parlamentare del Presidente” da affiancare alla maggioranza di governo.
Mi si farà notare che le leggi costituzionali dovrebbero comunque passare al vaglio del Senato, che potrebbe avere un colore diverso da quello della Camera. Ma occorre considerare il carattere “iper maggioritario” del processo di formazione del nuovo Senato. Infatti, esso sarebbe eletto a maggioranza dalle assemblee regionali a loro volta elette con sistema maggioritario. Di fatto, questo significa la quasi totale esclusione delle formazioni minori e la spartizione quasi a metà dei rimanente dei seggi fra i due principali partiti (o coalizioni), ma quello di governo potrebbe giocare in più la carta dei 5 senatori di nomina presidenziale. 
Di fatto, il partito vincitore delle elezioni avrebbe il concreto potere di mettere mano a piacimento alla Costituzione e, dove non vi riuscisse in sede parlamentare, potrebbe poi sempre contare su una compiacente interpretazione di una Corte Costituzionale addomesticata. 
Certamente né Ella né il Suo partito hanno in mente un simile piano di occupazione del potere, ma chi può garantire che domani la maggioranza non sia conquistata da un partito con minori scrupoli democratici?
D’altro canto, onorevole Ministro, non Le sfuggirà la situazione assai critica in cui versa questo processo di revisione costituzionale, condotto da un Parlamento che ha un vizio di rappresentatività dichiarato dalla Corte Costituzionale e che, per di più, ha come obiettivo la nascita di un senato non elettivo ma di secondo grado e di doppia selezione maggioritaria. 
Certamente, fra i sistemi di democrazia liberale, non mancano esempi di assemblee senatoriali non elettive, ma espressione di poteri locali o nomine delCapo dello Stato o altro ancora, ma, mi permetto di far notare che in un nessuno di questi casi il Senato ha poteri in materia di leggi costituzionali, ed, inoltre, nessuna di queste assemblee è il prodotto di una doppia selezione maggioritaria, che ne riduce enormemente la rappresentatività.
In definitiva avremmo un Parlamento composto da una Camera di nominati, eletta con criterio maggioritario e con pesanti clausole di sbarramento, ed un Senato di eletti di secondo grado con doppia selezione maggioritaria, dal quale dipenderebbero quasi totalmente tutti gli organi di controllo e garanzia ed il processo di revisione costituzionale: converrà che si tratterebbe di una situazione piuttosto anomala nel quadro delle democrazie liberali. Qualora Ella ritenesse non infondate queste preoccupazioni, sarebbe positivo che si aprisse un confronto, quantomeno sulle possibili misure per mettere in sicurezza la Costituzione. AugurandoLe buon lavoro le porgo i miei rispettosi saluti"
Aldo Giannuli

BRACCIA RUBATE ALL'AGRICOLTURA

Da lunedì prossimo si lavorerà 24 ore no stop per sette giorni su sette al Senato: tutto per scongiurare la "ghigliottina" (il passaggio diretto al voto finale di un decreto, in qualsiasi fase dell'esame dell'aula si trovi) sulle migliaia di emendamenti alle riforme costituzionali. Una corsa contro il tempo per arrivare al sì al provvedimento prima della pausa estiva.

ma porca puttana mi chiedo: e se questi signori lavorassero così per risolvere il problema del lavoro che non c'è, del deficit che sta impazzendo, dei sostegni al reddito per le persone che non ce la fanno più, non sarebbe meglio?

Stamo andando a fondo come il Titanic e davvero a qualcuno interessa la riforma del Senato?

P.S.: Riforma tra l'altro che è brutta che più brutta non se po!! 

lunedì 21 luglio 2014

IL BALLO DEL MATTONE

Tasse sulla casa raddoppiate, mentre il valore economico è sceso del 15%

Negli ultimi 5 anni la tassazione sulla casa è quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso del 15 per cento. A darne notizia è l’Ufficio studi della CGIA che, attraverso il suo segretario, Giuseppe Bortolussi, aggiunge: “Tra il 2010 e il 2014 abbiamo assistito ad un incremento spaventoso del prelievo fiscale sulle abitazioni e, parallelamente, a una drastica riduzione del valore di mercato delle stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la ricchezza degli italiani”.
Prendendo come riferimento i dati medi nazionali, l’analisi della CGIA dimostra che in un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010 e il 2014 il valore di mercato è sceso del 15 per cento (da quasi 200.000 a poco meno di 170.000 euro), mentre le imposte ordinarie (cioè quelle generalmente versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) sono aumentate del 104 per cento(da 300 a 611 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore dell’abitazione è passata dall’1,5 per mille al 3,6 per mille. Ciò vuol dire che l’incremento è stato del 140 per cento.
Per un’abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), invece, la contrazione media del valore di mercato è stata anche in questo caso del 15 per cento (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88 per cento (da 264 a 495 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3 per mille (+ 121 per cento).

Questa situazione, ovviamente, ha avuto delle ripercussioni molto negative anche per le attività economiche che ruotano attorno al comparto casa. Molti artigiani dell’edilizia, del legno, del settore dell’installazione degli impianti (idraulici, elettricisti, manutentori, etc.) sono stati costretti a gettare la spugna o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale alle proprie dipendenze.

Se il settore sarà in grado di riprendersi, puntando soprattutto sulla riqualificazione/ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, non ci sono dubbi che gli effetti occupazionali saranno immediati e la ripresa economica potrà subire una forte accelerazione. Ovviamente, conclude la CGIA, è necessario che il carico fiscale sul “mattone” subisca una netta flessione.